La giusta Misura - Telefonini, Moda, Pubblicità, Usura, la Tecnica - Umberto Galimberti

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Note

Propongo questo discorso di Umberto Galimberti, dico da subito che non sono d'accordo con tutto quello che dice, lo propongo perché fa sempre bene mettere in dubbio le nostre convinzioni sentire cosa si agita in noi e in generale ascoltare più punti di vista.
Noterete che alcune cose vi risuoneranno altre no, come d'altronde succede anche a me, il gioco sta nel capire il perché. Tutto parte dal perché. La causa è la cultura? Il condizionamento? Le convinzioni mai messe in dubbio? La risposta? Dipende. L'elemento da ascoltare come sempre è quella parte emotiva in noi che rileva quell'atteggiamento cristallizzato in noi che è una parte istintiva formatasi nei primi anni di vita. Quando mai abbiamo creato in noi un discernimento oggettivo? Quando mai ci siamo fermati ad ascoltarci a osservarci e dire perché un input produce in me sempre lo stesso output? Cosa ci motiva?
Vi invito a fare questo tipo di lavoro, leggete il testo se ne avete voglia almeno 3 volte. La prima volta quasi in maniera passiva, la seconda vi accorgerete della vostra emotività e la terza forse metterete la luce nei vostri meccanismi.
Forse vi accorgerete che alla fine l'importante non è capire se ha ragione o no (il tempo forse ve lo dirà se avremo orecchie per intendere), su quelle cose in cui con lui (Galimberti) siete in disaccordo, ma il perché. Cosa si è mosso? La personalità (condizionata)? O quello che realmente siamo? Che intercetta qualcosa e ci scuote e infuoca?.
Sospendi il giudizio e ascolta. Buon Viaggio.

In Onore
Alfredo Castrianni

Fonte YT : https://youtu.be/Vuq1U1Iz2yU

Telefono vs Natura.png


📱 L'Autodistruzione Programmata: Il Nichilismo del Consumo

I telefonini che avete in tasca hanno già dentro di loro il principio dell'autodistruzione.
Hanno interiorizzato un fenomeno biologico che abbiamo dentro di noi: l'apoptosi.
Le cellule in sovrappiù che diventerebbero dannose si suicidano. Così i nostri apparecchi si suicidano, così ne compri di nuovi. Non possiamo aspettare come una volta che si ereditava la credenza della nonna che entrava nella casa del padre e poi passava al figlio, o i vestiti che si trapassavano. No, bisogna consumare, portare le cose al nulla nel modo più rapido possibile.

Poi, quando si parla di nichilismo, mi si accusa a me di essere un nichilista.
No, il mondo stesso è nichilista, il nostro modo di vivere è nichilista.

📖 Rilke e la Perdita della Storia negli Oggetti

Non ho portato con me perché me lo sono dimenticato a casa una bella pagina di Rilke scritta nel 1921, in cui diceva che entrando in una casa dei nonni o dei padri vedeva nei mobili che c'erano una storia. Adesso invece, dice, ci invadono cucine americane (le dice nel 1921, queste robe!) dove non c'è nessuna storia e sono pronte per la loro distruzione rapida.

Rilke è un poeta; adesso bisogna specificare tutto perché la scuola non insegna più niente. Veniamo su come delle bestie.

🧠 L'Analfabetismo Funzionale e il Declino Culturale

Siamo l'ultimo paese, noi italiani, per la comprensione di un testo scritto; l'ultimo paese in Europa per la comprensione di un testo scritto. Cioè, sappiamo leggere le parole ma non capiamo che significato hanno. Il 70% della popolazione è ridotta così oggi.

Pensate davvero che questo sia una modalità per fare ancora un avanzamento nel nostro paese? Qualcosa che assomiglia al Rinascimento? No.

Non possiamo più pensare che, in un'epoca come questa, in un'Europa come questa, possa nascere qualcuno che si chiama Leonardo da Vinci, Beethoven, Kant. No, non per colpa degli immigrati, per colpa nostra.
Abbiamo perso la cultura, non ce ne importa più niente.
Non ragioniamo, assumiamo degli slogan, dei dettati ipnotici.

Non abbiamo neanche idee di partito, ci piacciono i leader, le personalità forti che ci dispensano dal pensare, anche perché mettere insieme quattro ragionamenti richiede anche un po' di fatica.

📈 Le Due Potenze del Nichilismo: Moda e Pubblicità

Questa produzione di beni e questa loro destinazione al nulla ha due grosse potenze che la determinano, che la esprimono, che la fecondano e che la potenziano, che sono rispettivamente: la moda e la pubblicità.

La Moda: Una Divoratrice di Cose Utili

La moda: quello che andava bene l'anno scorso non va più bene quest'anno, non è più di moda. Se qualcosa va bene ancora perché è efficiente, un vestito lo si può portare, però non è più socialmente accettabile e quindi nel giro di un anno bisogna cambiare tutto.

La moda è una grande divoratrice di cose e anche di cose utili, anche di cose buone. Non si può andare in giro con un'automobile eccessivamente vecchia perché non è più alla moda e non ti rappresenta più. La moda è una espressione rigorosamente nichilista.

La Pubblicità: Creare il Bisogno

La seconda dimensione nichilista è la pubblicità. La pubblicità è più astuta della moda.
Non lavora sull'irrazionale.

Non è che ti affascina, ti incanti, oppure sei depresso. A Milano c'è una strada, Corso Buenos, che la chiamo la "strada dei depressi gravi", che al sabato si riempie che non riesci neanche più a passare. Si riempie come una spugna di persone a piedi in questa sfilza di negozi, dove tutti devono comprare qualcosa per rifarsi della loro depressione. Sapete quegli acquisti maniacali per cui una sera vai a casa contento, poi il giorno dopo non ti ricordi neanche più di che cosa hai comprato. Ecco, la depressione ha anche queste possibilità di recupero giornaliere che sono appunto gli acquisti euforici, impulsivi e va bene per la crescita, va molto bene.

Poi c'è la pubblicità. La pubblicità lavora in maniera più astuta di quanto non faccia la moda perché la pubblicità non produce cose.
Siccome di cose siamo abbastanza saturi, la pubblicità crea il bisogno.

Quando è riuscita a convincerti che tu hai bisogno di quella cosa lì, poi la cosa te la fa vedere.
A quel punto ti ha preparato, ti ha preparato e a quel punto la compri. Non vedete com'è insistente la pubblicità nella ripetizione di sé stessa? Perché sta creando il bisogno, come una partoriente sta creando il bisogno. E quando il bisogno tu l'hai interiorizzato, la compri.

Non mi riferisco solo alle novità degli iPad e degli iPhone e di tutte quelle robe lì, ma di tutte le cose, perché la pubblicità crea il bisogno e poi, una volta che il bisogno è interiorizzato, ti dà il prodotto. Non te lo dà la pubblicità, ti dà chi fa la pubblicità.

🗣️ Uno dei più grandi pubblicitari del 900 - Frédéric Beigbeder

Vi leggo quattro righe del più grande pubblicitario del '900, che ha fatto un sacco di soldi con la pubblicità. È un tedesco che ha lavorato a Parigi, poi ha fatto i soldi in America.
Scrive Frédéric Beigbeder in un libro pubblicato da Feltrinelli qualche anno fa, intitolato Euro 13,89:

"Sono un pubblicitario. Ebbene sì, inquino l'universo. Io sono quello che vi vende tutta quella merda. Quello che vi fa sognare cose che non avrete mai. Cielo sempre blu, ragazze sempre belle, una felicità perfetta, ritoccate in Photoshop, immagini leccate, musiche nel vento. Quando a forza di risparmi voi riuscirete a pagarvi l'auto dei vostri sogni, quella che ho lanciato nella mia ultima campagna, io l'avrò già fatta passare di moda. Io vi drogo di novità, e il vantaggio della novità è che non resta mai nuova. C'è sempre una novità più nuova che la fa invecchiare, che fa invecchiare la precedente. Farvi sbavare è la mia missione. Nel mio mestiere nessuno desidera la vostra felicità, perché la gente felice non consuma."

Beigbeder, che a un certo punto della sua vita ha deciso che il suo mestiere è stato veramente una sorta... lui parla del suo mestiere come di un crimine nei confronti dell'umanità. E allora, quando si è accorto, ha pubblicato questo libro, che non ha avuto nessun successo, naturalmente, come tutti i libri intelligenti.


🌳 Il Cambiamento di Percezione: La Natura come Materia Prima

La natura, questo modo di pensare occidentale, ha fatto cambiare dentro di noi — queste sono le cose più pesanti — il nostro modo di percepire la natura.
Noi non percepiamo più la natura come il luogo della nostra abitazione.

Già Heidegger nel 1927 in Essere e Tempo scriveva che:

Cioè, la nostra percezione non riguarda più la natura come luogo d'abitazione per gli umani, ma come materia prima da sfruttare.

Heidegger, sempre lui, nel 1951 diceva: "Adesso siamo arrivati, non... non siamo arrivati oggi, abbiamo superato", diceva nel 1951, "l'uso della terra. Siamo arrivati alla sua usura".

All'epoca sua l'usura era l'usura delle materie prime, ma Heidegger previgente ha detto:
"Il passo successivo, a cui non tarderemo ad arrivare, sarà quello di ridurre la materia prima lo stesso umano, il corpo umano, che è, di tiro, la materia prima più importante, quella che si vende meglio."
I ricambi organici, quello diventerà lo sfruttamento finale. Ci siamo già arrivati, naturalmente.


🏛️ La Mentalità Greca: Conosci te stesso e la tua misura

E come siamo pervenuti a questo concetto secondo cui la Terra ha cambiato la nostra percezione, cioè il nostro modo di vederla? Perché abbiamo abbandonato la mentalità greca.

I Greci antichi sono stati il popolo più intelligente mai apparso sulla faccia della terra, e riuscire a pensare ancora in modo Greco sarebbe una grande, forse l'ultimo rimedio che resta a questa umanità occidentale.

Il Concetto di Misura (Katà Metron)

I Greci non avevano un'etica fatta di comandamenti, di precetti e cose varie.
Avevano un solo concetto: non oltrepassare il tuo limite.
Muoviti secondo misura: katà metron (secondo misura), non oltrepassare la tua misura.

Vuoi essere felice? La felicità in greco si dice eudaimonia (eu vuol dire buono, daimon la buona riuscita del tuo demone). Il demone è ciò per cui sei nato, la tua virtù, in termini religiosi la tua vocazione, la tua abilità, la tua caratteristica. Se la realizzi.

Ma prima la devi conoscere: "Conosci te stesso" (Gnothi seauton). E poi, una volta che ti sei conosciuto, non andare oltre la tua misura. Perché magari sei un bravo attore, ma non sei bravo come Mastroianni, e se cerchi di oltrepassare la tua misura prepari la tua rovina.

La Morte come Limite

La misura da dove era data? I Greci avevano il concetto di misura perché credevano nella morte. Gli uomini, al pari dei viventi, tutti i viventi — animali, piante — nasce, cresce, genera e muore.
E la morte è il grande limite. Non muori perché ti ammali, ti ammali perché devi morire, prima o poi.

E allora, quando la vita ti è favorevole, dicono i Greci, espandi più che puoi. Quando arriva la malattia o c'è il dolore: sustine et abstine (tradotto in latino: reggilo ed evita di metterlo in scena). Anche qui: la misura, consapevolezza del limite.

I Greci non avrebbero mai scolpito i Bronzi di Riace perché sono fuori misura.
I Greci scolpiscono il Discobolo, l'Auriga, secondo misura umana.

Tecnica e Necessità della Natura

Quando pongono il problema della Tecnica, il coro chiede a Prometeo che aveva donato la tecnica agli uomini: "Secondo te è più forte la tecnica o sono più forti le leggi della natura?"

E Prometeo risponde: téchnē anankēs asthenestéra makrô (la tecnica è di gran lunga più debole dell'anankē, della necessità che governa le leggi di natura senza farle oscillare).

Quindi, la natura diventa quello sfondo immutabile. Questo sfondo immutabile, dice Eraclito,
"che nessun uomo, nessun Dio fece, sempre è stata e sarà".

Motivo ripreso da Platone: contemplando la natura e le sue leggi, bisogna costruire una città secondo natura e secondo natura costruire il percorso della condotta umana.


💔 La Crudeltà Innocente della Natura

La natura è assolutamente vissuta come indifferente alla condizione umana, perché la natura interessa semplicemente...

La natura è caratterizzata da una sorta di crudeltà innocente dal punto di vista della concezione che l'individuo ha di sé. Ciascuno di noi non vuole morire, ma la natura ci destina alla morte perché ha bisogno del ricambio organico. Ha bisogno di giovani per proseguire la specie.
Non ha bisogno di vecchi, i vecchi li consegna alla morte.

E anche Goethe, e con lui si avvia quel pensiero romantico, concepisce la natura come una grande danzatrice che ha attaccate alle sue braccia, alle sue gambe, al suo torace, alle sue dita, gli umani. Nella sua danza perde gli individui che le sono aggrappati, senza fedeltà e senza memoria, dice Goethe.

Quindi, la natura era invalicabile. E la tecnica, portata da Prometeo agli umani, deve essere contenuta nel limite della natura. Questa è la ragione per cui Prometeo è incatenato.
Noi l'abbiamo scatenato, abbiamo oltrepassato il limite.


🚀 La Tecnica Senza Scopo (Pasolini)

Oggi la nostra capacità di fare è enormemente superiore alla nostra capacità di prevedere gli effetti del nostro fare, quindi ci muoviamo alla cieca. Non sappiamo. Abbiamo scatenato Prometeo perché la tecnica non ha orizzonti di senso da dischiudere, non ha scenari di salvezza da invitare, non dice la verità.

Lo scopo della Tecnica è solo il suo autopotenziamento, perché tutti la desiderano e lei desidera se stessa senza scopo, non ha una finalità.

E qui varrebbe la pena che si recuperasse quella distinzione che aveva fatto Pasolini.
Pasolini aveva distinto lo sviluppo dal progresso.

Alla tecnica non interessa niente delle condizioni umane.


✝️ L'Input Cristiano e il Dominio della Natura

Non voglio fare una conferenza sulla tecnica, voglio semplicemente dire:
come mai la tecnica è nata in Occidente?

Perché la tradizione giudaico-cristiana non concepisce la natura come quello sfondo immutabile che nessun uomo, nessun Dio fece. No, non la concepisce così: la concepisce come una creatura di Dio, quindi buona, perché tutto quello che Dio fa è buono. Ogni sera Dio si compiace con sé stesso. E leggete la Bibbia, Genesi: "E vide Elohim che ciò era buono".

Dopo qualche problema sorge, perché ogni tanto ci sono i vulcani, ci sono i terremoti, ci sono gli inumani. Ma questi sono problemi per quelli che ritengono che la natura sia buona, le risolveranno loro. Per i Greci era assolutamente indifferente la condizione umana, la natura.

Leopardi e la Natura "Buona"

Ma qui non basta la natura buona. Tra l'altro Leopardi... quando Leopardi dice: "Ah natura, natura, perché non rendi poi quel che prometti all'allor? Perché di tanto inganni i figli tuoi?"
Ma natura non ti ha promesso niente. Non ti ha mai ingannato.

Sei tu che, nonostante sia ateo (Leopardi non credeva in Dio), hai una mentalità cristiana secondo cui la natura è buona, creata da Dio. Dopodiché ti promette delle cose e poi ti mette lì in quella condizione in cui il povero Leopardi era, con la sua malformazione corporea, e veramente si arrabbia. Non ti ha promesso proprio niente. È la cultura cristiana che ti ha immaginato che la natura sia buona, materna e cose di questo genere. È assolutamente indifferente alla condizione umana.

Il Mandato al Dominio

Però, che cosa succede? Che il Padre Eterno l'ha consegnata ad Adamo e ad Eva nella forma del dominio. I Greci non avrebbero mai pensato che la natura fosse dominabile. Ma se leggete la Genesi, vedete che dopo l'allontanamento di Adamo ed Eva per via del Peccato Originale, Dio dice:

"Dominerai sui volatili del cielo, sugli animali della terra, sui pesci delle acque. Dominerai."

E dopodiché è partita la grande macchina occidentale. Non vi siete mai chiesto perché scienze e tecniche sono nate in Occidente? Sono nate in Occidente su input cristiano. Non sarebbero mai nate in un mondo greco. Non sono mai nate nel mondo orientale. Sono nate in Occidente.

E Bacone nel 1600 dice addirittura che con la scienza e con la tecnica noi recupereremo e ripareremo la colpa del Peccato Originale. Le pene connesse al peccato originale erano la fatica del lavoro ("guadagnerai il pane col sudore della fronte") e il dolore ("partorirai col dolore"). Dice Bacone: "Con scienza e tecnica noi ridurremo la fatica del lavoro e ridurremo il dolore". È vero.

Quindi, concorrono il cristianesimo, la tradizione giudaico-cristiana e la scienza.
Le cose non nascono così per caso, nascono perché c'è un lungo lavoro di tradizione.


⚖️ La Morale di Kant: Uomo come Fine, Mai Come Mezzo

Persino Kant, quando fonda la sua morale — che riassumiamo per parlare breve e non allungare troppo il discorso in una frase che lui dice che sintetizza la sua morale — afferma: bisogna trattare l'uomo sempre come un fine, mai come un mezzo.

Questa morale era fondata sulla ragione. Kant credeva in Dio, però diceva: "Non possiamo fondare la morale sulle religioni, per la semplice ragione che ciascuno crede in una cosa e crede in un'altra. Invece abbiamo bisogno di una morale universale. Per fare una morale universale bisogna fondarsi sulla sola ragione."

La proposizione "bisogna trattare l'uomo come un fine, mai come un mezzo" è una morale che non si è mai realizzata. Ma Kant lo sapeva, però resta pur sempre come un'idea regolativa, ciò verso cui dovremmo tendere.

Se un immigrato viene da noi, il fatto che sia un uomo, l'uomo va trattato sempre come un fine. Non ci autorizza a trattarlo come un fine se però diventa un fattore produttivo; allora sì, come mezzo funziona, come fine no.

Guardate che la vostra condizione negli apparati lavorativi dove voi siete non è differente dalla condizione dell'immigrato: come mezzo funzionate, come fine no. Gli apparati che vi ospitano col lavoro non hanno in mente le finalità della vostra vita.

Limiti dell'Etica Antropocentrica

Poi, anche se si fosse realizzata questa etica, non funzionerebbe oggi. Perché come si fa a trattare solo l'uomo come un fine e tutto il resto come un mezzo? Non so:

Sono tutti mezzi al servizio dell'uomo. Che morale è questa? Ma noi abbiamo una morale che si sia fatta carico degli enti di natura? No, non ce l'abbiamo.


🧠 La Morale Collettiva e l'Educazione

Perché una morale funziona quando diventa psiche collettiva. Una legge funziona se diventa psiche collettiva, se non lo diventa non funziona.

Se io stupro una ragazza, vengo immediatamente riprovato da tutti. Se però inquino, non così; non vengo riprovato alla stessa maniera. Quindi non funziona.

Ci rendiamo conto allora che sia le morali sia le leggi funzionano se diventano psiche, ma perché le cose diventino psiche ci vuole educazione. La nostra scuola non educa, lo dico a chiare lettere. Al massimo, quando ci riesce, istruisce, quando ci riesce, ma non educa.

Il Ruolo dei Sentimenti e della Cultura

L'educazione consiste nel far passare la gente dalla condizione pulsionale alla condizione di risonanza emotiva:

Tutte le tribù raccontano miti per insegnare i sentimenti. Le nostre nonne raccontavano storie per insegnarci la differenza tra il bene e il male. Abbiamo la letteratura che ci insegna che cosa è bello e che cosa è brutto, ci insegna cos'è il dolore, l'amore, la noia, l'accidia, la disperazione, la speranza, il suicidio. Chi legge nelle nostre scuole? Non si legge.

Ho raccolto le lettere degli studenti. Uno di prima media mi dice: "Nella mia classe sono io solo che leggo". Una ragazza di terzo liceo dice: "Nella nostra classe siamo solo in quattro a leggere". L'Italia è all'ultimo posto nella comprensione di un testo scritto. Questa è la condizione della nostra scuola: disastrosa. Dopodiché, gli effetti anche a livello politico si vedono, ovviamente.


🗑️ L'Umanità da Buttar Via: Gunter Anders

Andiamo avanti. Dice Gunter Anders (Anders era un allievo di Heidegger che è andato in America a lavorare alla Ford perché era perseguitato ebreo) che:

"L'umanità che tratta il mondo come un mondo da buttar via — guardate i rifiuti! Pensate: io sono vecchio, posso riferirmi ai miei genitori, quelli più giovani di me possono riferirsi ai loro nonni, ma non c'erano tutti quei rifiuti. Noi siamo la società dei rifiuti — finirà per trattare sé stessa come un'umanità da buttar via."

E ci siamo già arrivati, senza ritegno e senza pietà, come un'umanità da buttar via.


💰 Globalizzazione e Mercato contro i Diritti Umani

Questi fenomeni si sono accentuati e diventati spaventosi con la globalizzazione. La globalizzazione ha fatto crollare il comunismo. Bukowski diceva opportunamente: "Il capitalismo è sopravvissuto al comunismo, adesso divora sé stesso".

Però che cosa ha fatto prima di divorare sé stesso? Ha steso sé stesso nel mondo. Oggi tutto il mondo è capitalista. Capitalismo vuol dire vedere gli uomini come consumatori e produttori, vuol dire portare le cose al nulla, vuol dire privilegiare coloro che hanno denaro e lasciar morire quelli che non ce l'hanno, vuol dire tutte queste cose qua.

E noi, da occidentali quali siamo, abbiamo inventato i diritti umani, la democrazia e anche il mercato. Quando però andiamo nel mondo, se il mercato confligge con i diritti umani e con la democrazia, lasciamo perdere i diritti umani, lasciamo perdere la democrazia e stiamo sul tavolo del mercato.

I nostri business con la Cina non mettono in gioco democrazia o diritti umani, mercato. Dopodiché non diciamo che sono gli immigrati che ci portano via i nostri valori. Abbiamo rinunciato noi per primi ampiamente in ogni trattativa coi mondi ricchi o in via di crescita con cui ci interessava interagire, sacrificando diritti umani e democrazia pur di salvaguardare il mercato.


⚙️ La Non-Rivoluzione nel Mondo del Mercato

Sono più possibili le rivoluzioni? No, non sono più possibili le rivoluzioni. L'ultima che c'è stata io penso che sia il '68 (che poi non era poi una grande rivoluzione tutto sommato, un po' di casino e dopo, successivamente, il degrado di questa rivoluzione che ha significato Brigate Rosse e Brigate nere, e quella è la parte più riprovevole).

In ogni caso, non è più possibile la rivoluzione. Perché, come lo dice bene Hegel (Hegel era un filosofo di destra, eh, però era intelligente, ogni tanto capita), la rivoluzione è possibile, dice Hegel, quando c'è il conflitto tra due volontà.

All'epoca, nel '68, metaforicamente, due volontà: la volontà del Signore e la volontà del servo. Nel '68 simbolicamente il Signore era Agnelli e il servo era la classe operaia. Conflitto tra due volontà, allora è possibile la rivoluzione, vince uno, vince l'altro.

Ma oggi sia la volontà del servo sia la volontà del Signore sono dalla stessa parte e hanno come controparte il mercato. E cos'è il mercato? Il mercato sono due assi cartesiane: ascisse e ordinate. Punto di incrocio: prezzo. Matematica pura. Mercato.

Nessuno... un mio amico, Romano Madera, psicanalista e filosofo, mi ha ricordato ultimamente che nessuno è sempre stato il nome di qualcuno, che Omero già sapeva che nessuno era il nome di qualcuno. Ma come fai a trovare il nome di qualcuno nel mercato? Chi è questo qualcuno? Sappiamo che oggi il 10% dell'umanità ha l'80% della ricchezza mondiale. Ma dov'è questo 10%? Dov'è?

Rassegnazione e Assenza di Futuro

Capite che, se io ho insegnato a Venezia per 37 anni e sentivo l'umore economico del Veneto, questa terra che aveva una fabbrichetta e mezza per famiglia, durante il boom poi alla fine si è distrutta e ci sono stati tantissimi imprenditori veneti che si sono suicidati. Perché sia il servo che il Signore si sono trovati dalla stessa parte con il mercato. Con cui come fai a prendertela col mercato?

Quindi la rivoluzione, ricordatela, non la si può più fare. È una delle ragioni per cui i ragazzi di oggi sono rassegnati. Voi pensate che, se a quelli del '68 usciti dall'università gli avessero offerto un lavoro a progetto, un lavoro Cococo, un lavoro in affitto, l'avrebbero accettato? Oggi lo accettano. E questa accettazione è, diciamolo chiaramente, l'accettazione anche di una totale mancanza di futuro per loro. Però si consuma e si produce.

La domanda che viene a questo punto è: i fini dell'economia sono anche i nostri fini? Secondo me no. Però non abbiamo nessun potere per cambiarli questi fini dell'Economia e navighiamo all'interno di questi senza accorgerci. È come i pesci che non si accorgono di avere l'acqua intorno.

Noi ce ne accorgeremo subito perché viviamo in un altro mondo, ma questo è l'unico mondo che possiamo vivere, il mondo così come ve l'ho descritto. E quindi non ce ne accorgiamo di essere in un contesto dove non abbiamo altra scelta se non quella di seguire i dettami dell'Economia.


✝️ Il Tempo Escatologico: L'Eredità Cristiana

E a questo punto cosa ci resta? Bene, adesso apriamo il discorso alle domande. L'unica cosa che non mi dovete chiedere è: "Che speranza c'è?"

Ve lo dico, sapete perché? Noi tutti siamo cristiani. Sia che uno dica che è ateo, che è credente, che è agnostico, siamo tutti cristiani in Italia. Aveva ragione Croce a dire questa cosa, solo che non l'aveva pensata abbastanza.

Siamo tutti cristiani perché il cristianesimo ha avuto un'azione fantastica, perché è finita la grecità, perché la grecità, che era l'altra fonte dell'Occidente, ha perso la partita. Perché il cristianesimo ha avuto la forza, il coraggio, colpo di genio, di dire: "Non morirete mai".

E ha cambiato l'ordine del tempo. Mentre per i Greci il tempo era ciclico, ripeteva eternamente sé stesso, un po' come il tempo degli agricoltori (primavera, estate, autunno, inverno, poi il ciclo ricomincia), e i vecchi che hanno visto tanti cicli possono insegnare ai giovani che ne hanno visti di meno.

Il cristianesimo invece ha iscritto il tempo non più nel ciclo, l'ha iscritto in un disegno, un disegno di salvezza. Dove alla fine, in greco si dice eschaton (per cui il tempo cristiano si dice tempo escatologico), alla fine si realizza quello che all'inizio era stato annunciato.

Scienza, Marx e Freud: Strutture Cristiane

Quando il tempo è iscritto in un disegno nasce la storia. I Greci non avevano storia. La parola storia è una parola greca: histor in greco vuol dire: "ho visto, ho sentito, c'ero". Tucidide ed Erodoto non sono storici, sono dei cronisti. La storia è un evento cristiano. È un... le religioni sono storiche perché il tempo è in un disegno dove:

La scienza, che si ama contrapporre alla religione, è profondamente cristiana, perché pensa alla stessa maniera:

Anche Marx è un grande cristiano: il passato ingiustizia sociale, il presente far esplodere le contraddizioni del capitalismo, il futuro giustizia sulla terra.

Anche Freud, che scrive un libro contro la religione, è anche lui un grande cristiano. Pensa che tutte le nevrosi, i traumi, si formano nel passato, analisi nel presente, guarigione nel futuro. Futuro sempre positivo.

L'Angoscia del Futuro nei Giovani

Quindi la parola speranza, auspicio, augurio, l'idea che... Ditele ai giovani se il futuro è positivo, chiedeteglielo a loro. Io sono assolutamente convinto che i giovani si drogano, bevono e bevono tanto, vivono di notte non di giorno, non tanto per il piacere che queste cose danno (daranno anche del piacere, non escludo), ma la macchina di fondo è per evitare l'angoscia di guardare il futuro.

Perché se guardo il futuro mi viene l'angoscia. Allora bevo, allora mi drogo, vivo l'assoluto presente. Dormo fino a...

[I giovani] con voi non parlano più. E io ho chiesto a loro: "Perché le cose che dite a me non le dite ai vostri genitori, ai vostri insegnanti?" E la loro risposta è stata educata ma feroce: "Sappiamo già quello che ci possono dire".

Questa qui è forse probabilmente la prima generazione, o forse la seconda, in cui in tutta la storia non si è mai verificato che l'esperienza dei padri non passa ai figli. Perché i padri sono vissuti nel mondo reale, i figli vivono nel mondo virtuale. È un altro mondo, garantito. Noi siamo vissuti nel tempo che era anche un tempo lento, loro vivono nella velocizzazione del tempo, dove non c'è neanche il tempo di riflettere, bisogna rispondere emotivamente molto rapidamente. C'è una trasformazione radicale.

Il Compito degli Adulti: Ascoltare con Curiosità

Parlare con loro, se ci provate da adulti, non ce la fate. Al massimo vi potete limitare a dire: "Quanti esami hai fatto?" (se vanno all'università), "A che ora torni?", "Com'è andata a scuola?". Tutto lì. In realtà la colpa è anche vostra che non avete incominciato a parlare prima, quando potevate farlo da piccoli.

Ma l'unica possibilità è che ogni tanto i giovani aprono una finestra a voi adulti e dicono qualcosa. E voi li ascoltate. Però dovete ascoltarli con l'atteggiamento giusto, perché se li ascoltate nella maniera "ti lascio parlare e poi ti dico basta", la finestra si chiude e non se ne parla più. Se li ascoltate con l'atteggiamento: "Ti ascolto perché sono curioso del tuo mondo che non conosco", allora loro incominciano a parlare. Siete capaci di avere questo atteggiamento? Non lo so.

Comunque io sono vecchissimo e quindi non ho problemi con i giovani. Mi sono occupato di loro e adesso non ho più speranza neppure per loro.

Il Nichilismo: Assenza di Scopo

Però che il futuro sia una promessa, Nietzsche ci aveva già avvertito. Quando ha incominciato a parlare di nichilismo ha detto: manca lo scopo, manca la risposta al "Perché?" "Perché mi devo impegnare? Perché mi devo dare da fare se non c'ho niente davanti che mi attrae?"

Perché nella vita non andiamo avanti per cause efficienti che qualcuno ci spinge, ma per cause finali che qualcosa ci attrae. "Perché devo impegnarmi se il futuro non è una promessa ma è una qualcosa di imprevedibile, se non addirittura una minaccia? Perché mi devo dare da fare? Perché devo stare al mondo?"

Non so se sapete che in Italia si suicidano 400 ragazzi all'anno. L'anno scorso a novembre sono andato a Locarno in una clinica psichiatrica e ho chiesto: "Ma cosa ci faccio io qua?" E ho detto: "Ma l'abbiamo chiamata perché la Svizzera italiana ha superato la Svezia e il Giappone nel numero dei suicidi giovanili, la Svizzera italiana."

E muoiono così, con semplicità, senza drammatizzazione, con le lettere che lasciano scritto che ogni tanto i loro genitori mi mandano, proprio come se andassero, non so, a vedere una partita di calcio. Invece vanno a morire con la stessa semplicità. Non c'è risonanza emotiva neppure della gravità della morte.


💡 Conclusioni: L'Apparato Tecnico-Economico

Chiudiamo questo discorso con una bella frase di Heidegger. Heidegger era un filosofo, forse il più grande filosofo del '900, è stato nazista (ogni tanto capita che ci siano queste contraddizioni, vabbè, il che non smentisce però la sua intelligenza, la sua capacità previsionale). E scrive:

  1. Inquietante non è che il mondo si risolva in un unico enorme apparato tecnico-economico.

  2. La cosa più inquietante è che non siamo affatto preparati a questa radicale trasformazione del mondo.

  3. È che non abbiamo un pensiero alternativo al pensiero che sa fare solo di conto (denken als rechnen, un pensiero calcolante, un pensiero che fa conti: conti economici, conti tecnici).

Non abbiamo un pensiero alternativo, e questa è la cosa più grave.
Come fai a ribellarti, come fai a muoverti altrimenti, se non nell'ambito del far di conto?