L'arte e L'utile - Anastasio

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Trascrizione intervento di Anastasio su TEDx Talks

15 novembre 2023

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Introduzione [Musica]
A maggio di quest'anno mi è arrivata una bellissima mail da parte dei ragazzi del TEDx di Battipaglia che mi chiedeva di partecipare a questo evento il cui tema principale è ripensare. Bello, mi piace. Nello specifico mi chiedono: può la musica essere utile a ripensare? Ora, questa domanda posta in questa maniera mi ha in realtà acceso un'altra lampadina. Infatti, questo Talk inizierà parlando di questo per poi andare a parlare esattamente dell'opposto. Ma andiamo con ordine.

Può la musica essere utile a ripensare?

Può la musica essere utile a ripensare? Risposta secca: certo che sì. Non so se la musica cambierà il mondo, come alcuni miei colleghi particolarmente ingenui piace pensare. Però, la musica... sicuramente maneggiamo uno strumento notevole, abbiamo un certo margine d'azione. È vero che la musica è uno straordinario veicolo di idee e di messaggi, siano questi consci, inconsci, voluti, accidentali, subliminali. Quindi, forse noi musicisti non cambieremo il mondo, però maneggiamo uno strumento che è diverso da tutti gli altri.

Perché pensateci: le parole parlano soltanto al cervello, arrivano a volte a parlare alle emozioni ma sempre attraverso il filtro della ragione. Mentre la musica sembra avere un canale preferenziale, è come se la musica parlasse un altro linguaggio, ed è effettivamente così. La musica è un linguaggio, solo che non è un linguaggio che si apprende nella stessa maniera in cui si apprende il linguaggio delle parole. È un linguaggio che bypassa una serie di filtri e soprattutto non parla alla ragione, parla a qualcos'altro che tutt'oggi è misterioso, qualcosa di ancestrale. E io penso che ascoltare una canzone proprio per questo sia una faccenda molto intima. Ogni volta che ascolti una canzone è come se stessi facendo entrare qualcuno a casa tua.

Quindi, quando mi chiedono: "Può la musica essere utile a ripensare?", io posso solo rispondere: La musica è un ottimo cavallo di Troia. Prendila, infarcisci, e molto più facilmente le barriere di diffidenza che naturalmente le persone alzano inizieranno a scorrazzare nel cervello.

La musica è uno strumento potentissimo

Ora, questa è la ricetta. E a partire da questo, io penso che ogni volta che tu leggi o ascolti una frase, qualsiasi frase, una frase con cui sei d'accordo o in disaccordo, la frase detta per scherzo, la frase detta dal tuo nemico, tu in realtà ti stai esponendo a un minuscolo attentato alla tua coscienza. E come dire, anche le parole ascoltate passivamente in una canzone hanno lo stesso effetto. E figuratevi di quante canzoni ascoltiamo normalmente noi nella nostra vita! La musica è ovunque, in ogni ambiente. Pensate alle parole che vi restano incastrate in testa contro la vostra volontà.

Quindi, la musica è uno strumento potentissimo da questo punto di vista. E visto che da grandi poteri derivano grandi responsabilità, un sacco di artisti musicali sentono proprio l'investitura, no, come Spider-Man, vogliono usare la musica a fin di bene. E da qui si aprono tutte le infinite possibilità della musica utile, attraverso cui tu diffondi le tue idee e viceversa. E allora stimoliamo il pubblico, facciamolo ragionare: la musica sociale, la musica di denuncia, la musica politica. Tutte cose bellissime che non mi interessano.

A me non interessa la musica in quanto strumento, non mi interessa la musica perché è utile a qualcosa. Io proprio rabbrividisco a pensare al valore didattico di una canzone, non mi interessa il suo valore sociale, sono offeso dal valore educativo di una canzone, perché io se mi ascolto una canzone voglio...

La pressione sugli artisti

Non ci sono. Io voglio diseducare. Non ditemi che non vedete la pressione assurda che c'è oggi sugli artisti. Oggi non si produce più un film che non sia imperniato o quantomeno contornato da una buona causa sociale, come se ogni opera creativa dovesse essere giustificata da una certa utilità. Ora, anche le varie superstar che vivono la loro vita da sogno, cioè non nella realtà, beati loro, sentono forse questo problema, perché li vedi ogni tanto, sentono il richiamo, si sentono inutili. Allora per giustificare la loro presenza sulla terra si lanciano in mille battaglie, sparano su mille Croci Rosse, fanno beneficenza. Per l'amor di Dio, sono cose bellissime, continuate, appendete lo striscione, andate alla marcia, solo vi vorrei dire: state tranquilli, si può anche essere inutili. Anzi, viva inutile!

L’arte è inutile

In un mondo dove tutto è prestazione: la noia, il dolore, l'amore; in un mondo da cui da tutto sembra doversi ricavare un profitto, cioè un utile. Ecco la portata rivoluzionaria dell'arte, secondo me, che è proprio quella di sottrarsi, di dire: "Tu non puoi avermi perché io non sono un oggetto e quindi non sono utile".

Pasolini in una delle sue interviste più famose diceva che la poesia non sarà mai una merce perché è inconsumabile. Si consuma la carta su cui è scritta, si consuma il poeta, si consuma il lettore, ma la poesia resterà lì per sempre. Ed è così. La poesia, l'arte non si usura perché non si può usare e quindi non è utile. Sentite, la radice è la stessa. Ora diventerà più chiaro strada facendo.

Ma eccomi qua, sono venuto, l'ho scoperto. Io sono Marco Anastasio. Questo Talk si intitola "L'arte e l'utile". E questa era solo la premessa.

L’arte non è fatta di materia

Arte e utile sono due belle paroline che meriterebbero una definizione. Sulla definizione di arte, francamente è una causa persa. Io sono un grande appassionato di cause perse, ma questa volta davvero ho dovuto fare dei passi indietro. Però, a prescindere da tutto, ci voglio provare ad essere breve ed esaustivo e so che sarò soltanto breve. Noi, al di là di ogni discorso su cosa sia arte e cosa sia no, possiamo concordare che l'arte sia qualcosa che nasce da un atto creativo, il che è molto interessante, perché ci hanno sempre detto che creare, la creazione, fosse un'esclusiva di Dio. Prima Legge della Termodinamica: in natura nulla si crea e nulla si distrugge. Fatta eccezione forse per gli dei e per gli artisti.

Certo, potreste dire voi, l'arte non ha molto a che fare con la materia, la Prima Legge della Termodinamica si riferisce soltanto alla materia, e avreste ragione a dirlo, ma questo è proprio il punto che rende interessante l'arte. L'arte non è fatta di materia, perché se parlassimo soltanto del mondo materiale, allora, certo, una cosa è solo se stessa, la luna è solo la luna, A = A, principio di identità. Ma se ci riferiamo alla poesia, ad esempio, la Luna è infinite cose: la Luna è un faro, è un medaglione, è un occhio nel cielo.

Ora mi sono divertito con l'arte. Non so se ho esaurito l'argomento, non era il mio obiettivo, perché il vero protagonista sta qui, è l'utile.

La promessa del serpente

L'utile è il nostro villain. Utile, per essere proprio stringati, potremmo definirlo come il tornaconto. Utili sono gli oggetti, utile è ciò che si usa. Utile non è la primaria caratteristica dell'arte, secondo me. E per fare uno step up filosofico potremmo dire che utile, invece, è la caratteristica dell'oggetto inteso come opposto del soggetto. Il soggetto usa l'oggetto stabilendo un rapporto di potere, tant'è che l'oggetto è oggetto del potere del soggetto.

Ora, sì, lo so, è un po' confusionario, quindi ci vuole una bella metafora. L'utile si potrebbe dire è la promessa del serpente. Avete presente Adamo ed Eva? Occhio, perché arrivano gli spoiler! Adamo ed Eva si mangiano la mela. Il serpente gli aveva detto: "Mangiatevi la mela e avrete la conoscenza."

Ora, cosa succede da quando si mangiano la mela? La Genesi, in ordine cronologico: tre eventi principali. Primo evento: aprono gli occhi. Secondo evento: corrono a vestirsi. Terzo evento: vengono cacciati dall'Eden.

Ora, secondo me, Dio li caccia per pura formalità, ma loro erano già fuori al punto uno, quando hanno aperto gli occhi.

La coscienza del soggetto

Perché cosa vedono questi nuovi occhi? Niente di diverso, vedono lo stesso mondo di prima. Quello che è cambiato in realtà è la prospettiva, perché Adamo ed Eva adesso vedono il mondo dalla prospettiva del soggetto per la prima volta. Ora hanno la coscienza. E il soggetto dice "Io". E per dire "Io" deve separarsi da tutto il resto del mondo che evidentemente non è più "Io", è altro, è l'oggetto.

Per questo Adamo ed Eva sono fuori dal giardino, perché non sono più parte del giardino, non sono più in armonia del giardino, sono fatti proprio di sostanze diverse adesso, perché il giardino è fatto di oggetto e loro sono fatti di soggetto. E il soggetto usa l'oggetto. Quindi hanno scoperto l'utile. Il Giardino ora è al loro disposizione in una maniera diversa, molto meno armonica.

Ma fino a qui è tutto regolare. La parte veramente horror, secondo me, è la parte due, quella in cui i due amanti corrono a vestirsi. Che è successo? C'è stato il primo incrocio di sguardi della storia dell'umanità, ed è stato puro panico.

Il primo incrocio di sguardi

Immaginate cosa significhi essere visti per la prima volta. I due scoprono la vergogna e scoprono soprattutto l'inganno del serpente. Il serpente non ti ha detto che, oltre ad essere un soggetto che giudica, che usa, che possiede, agli occhi di un altro sei anche un oggetto giudicato, usato e posseduto. Vi suona?

Siete mai sentiti oggetti? Io personalmente sì. Nella mia, seppur breve, carriera di artista musicale in particolare, ho dovuto fare i conti con ognuna di queste cose. Ho dovuto fare i conti col pericolo di diventare un oggetto agli occhi degli altri, col giudizio costante ogni giorno, e ancora così. Ho dovuto fare i conti col problema di essere sfruttato, il problema di diventare una merce di scambio nei vari giochi di poteri e di affari di questo mondo. E questa è una brutalità. È un paradosso, perché io dalla musica vorrei proprio essere salvato da questo.

Io so che l'arte in generale è la più grande espressione di libertà che un uomo possa concedersi, e questo si scontra poi col fatto che l'arte per me è un mestiere, e dalla sua riuscita poi dipende quello che avrò a tavola la sera. Questo è l'utile. Adamo ed Eva. Genesi 3:19: "col sudore della tua fronte mangerai il pane". Adamo, in altre parole: hai voluto la bicicletta? Adesso pedala!

L'arte e l'utile oggi sono una coppia inseparabile, tant'è che l'artista oltre che per la sua arte oggi è giudicato per il suo successo, e questo irrimediabilmente inquina l'artista.

L’unico momento che mi interessa dell’arte

Pasolini diceva che l'arte non si consuma perché non è una merce, perché non si consuma. E io vorrei aggiungere a corollario che l'arte non è una merce, secondo me, perché non si può vendere, si può solo regalare. Quello che si vende è sempre un simulacro, è sempre altro.

Ma l'unico momento che mi interessa dell'arte è il momento del rapimento, in cui l'artista non c'è, è stato rapito, il pubblico non c'è, è stato rapito. Nessuno ha pagato più il biglietto, e quindi non c'è tornaconto, ed è tutto consegnato come al nulla, come all'infinito, fa lo stesso. È una magnifica dispersione di energie. E per un minuto uno non c'è più nessuno in sala, sono tutti salvi. Si è spezzato la maledizione di Adamo ed Eva.

Ora, capite dove sto andando a parare? Capite perché dico che non mi interessa che l'arte sia utile? Inutile è rivoluzionario.

Riappropriamoci dell’inutile prima che sia troppo tardi

Torniamo un attimo sul pianeta Terra. Siamo asfissiati dalla prestazione, ovunque, sempre, nella sfera pubblica, nella sfera privata, nell'intimità. Tu torni a casa da solo, il tuo sogno non è essere libero, è essere efficiente, essere produttivo. Il tuo incubo: essere inutile. Ma questo più che il sogno di un umano, a me mi pare il sogno di una macchina. Ma che sogno è essere produttivi, santo cielo?

Cioè, riappropriamoci dell'inutile prima che sia troppo tardi, altrimenti davvero diventiamo degli oggetti, e a quel punto sì che saremo costretti a essere utili per non finire nella spazzatura come fossimo un vecchio tubo catodico. Questa è la forma che ha preso il mondo: il mondo è stato divorato dall'utile. Per questo si usura. E voi mi venite a dire: "Secondo te l'arte può essere utile?" Ma io voglio che l'arte mi salvi dall'utile! Questo è il punto.

Quindi, giovane artista in sala, se mi stai ascoltando, libera la tua arte da ogni tornaconto. Fallo per la bellezza e non per l'utilità, e vedrai che ti salva la vita. Sarà una rivoluzione, sarà uno sputo in faccia ai tempi che corrono. Sarai libero, come solo sono libere le cose inutili e soprattutto spezzerai il maledetto contrappasso di Adamo ed Eva. Cioè, tu hai in mano uno strumento di fuga da quella che è la condizione umana che è l'arte.

Non so se questo ti porterà a dei risultati

Sarai libero. Non so se questo ti porterà a dei risultati, questi sono altri discorsi: il successo, i soldi... Sì, sì, va bene, quelle cose. Forse arrivano, probabilmente non arrivano, ma sarai libero. Sarai un rivoluzionario. Già questo è un risultato, mi sembra.

Ora, questa rivoluzione di cui tanto vado vaneggiando, dovete sapere che in passato c'è già stata. Ce ne sono state varie in realtà. Una molto famosa, ad esempio, è quella del '68, dove un'intera generazione andò in sciopero. Ma ce n'è una ancora più interessante, non perché sia meno conosciuta, ma perché si ignora questo aspetto intorno a questa rivoluzione, che è quello del '48. Non so se sapete, 1848, in Europa imperversano mille rivoluzioni. Ancora oggi si dice: "È successo il '48", no?

La storia di Parigi

Ora, questa storia con cui vorrei concludere inizia a Parigi. All'interno delle varie frange rivoluzionarie parigine del '48 c'era un gruppo di ribelli il cui motto era: "Aboliamo il tempo". Ed era una marmaglia mistica composta da persone di tutte le classi sociali, ma stiamo parlando di studenti, intellettuali, mendicanti, operai, prostitute, venditori di stracci, predicatori mistici, lettori di tarocchi. Davvero, era una marmaglia, ma tutti erano uniti sotto lo stesso vessillo, gridavano: "Aboliamo il tempo!"

Scendevano in piazza, imbracciavano il fucile e sparavano agli orologi simbolicamente. Per loro l'orologio era il supremo dittatore che incatena le nostre vite, un po' come come i tamburi sulle navi romane per i rematori, no? Questi sparavano agli orologi perché nell'orologio vedevano questo mostro di ingranaggi a cui tutti bisognava coordinarsi fino a diventare ingranaggi a propria volta.

La Rivolta del 1848

Questo succede all'alba del nuovo mondo. Il 1848 è l'anno in cui è appena nato il lavoro di massa nelle fabbriche. È l'anno in cui Marx scrive Il Capitale, per dire. Si iniziava a sollevare la questione. Si vedeva che le macchine, nate per essere utili, per l'appunto, nate per essere una specie di estensione dell'uomo, stavano capovolgendo la situazione. Gli umani si stavano alienando, stavano diventando macchine a loro volta, stavano diventando un'estensione delle macchine.

E quindi tra i vari motivi per cui si scendeva in piazza nella Rivolta del '48 parigina, che erano tanti, ce n'erano di politici seri, c'era anche questa rivoluzione spirituale delle persone che si battevano per il proprio diritto di essere inutili e di sottrarsi a questa alienazione di massa.

Uno sguardo molto interessante su questa rivoluzione è quello di Baudelaire. Nessuno lo sa, ma Baudelaire partecipò attivamente a questa rivoluzione, prese proprio il fucile, scendeva in piazza. Abbiamo dei racconti che lo raffigurano scapigliato, con gli occhi di fuori, completamente invasato. Baudelaire aveva visto ribollire la vita, era proprio entusiasta di questa rivoluzione, tant'è che I Fiori del Male, la sua opera più famosa, raccontano questa esperienza tra le pieghe del simbolismo, tant'è che il simbolismo stesso nasce, secondo alcuni, proprio come strumento per aggirare la censura di quegli anni, per raccontare quello che aveva da vero vissuto.

E io ora mi chiedo: tornasse ora Baudelaire, 200 anni dopo, a vedere questo mondo, forse davvero penserebbe che tutte le storture inimmaginabili per lui che ci sono sono soltanto il frutto del fallimento di quella rivoluzione.

E concludendo, mi chiedo cosa direbbe lui, che nei suoi diari 200 anni fa scriveva: "Essere un uomo utile mi è sempre sembrato squallido."

Grazie.