2.2 - Verso una nuova Umanità - Rocco Bruno

Articolo di : #RoccoBruno

21 Agosto 2023

#Economia
#DirittiUmani
#RivoluzioneAntropologica

Verso una nuova Umanità. Come?


Siamo di fronte a cambiamenti epocali che ci suggeriscono cambiamenti radicali innanzitutto nel concepire l’uomo e le ragioni della sua manifestazione su questo pianeta quale perno centrale di una vera civile umanità. Quale è il vero scopo o vocazione dell’essere umano? Siamo sicuri che ciò che conosciamo di noi stessi corrisponda alla verità? Siamo sicuri che il mondo che esiste non sia un modo per portare l’intera umanità lontano dalle sue reali possibilità? Cui prodest? A chi serve che gli essere di specie umana siano ridotti in schiavitù? Qual è la vera natura di questa schiavitù? Cosa siamo? Che cosa ci facciamo su questo pianeta? Che cos’è questo luogo? La scienza così come la concepiamo non è in grado di rispondere a questi profondi interrogativi che ci riguardano, ovvero, non è in grado di dirti chi sei.

Questo perché i suoi scopi sono puramente di vantaggio auto-referenziale. L’unico interesse di chi realmente detiene l’ordine, l’economia e la cultura di questa civiltà è sempre stato solo controllare le masse che sino ad oggi sono servite a portarli al compimento dei propri scopi, che non sono i tuoi. Tu credi che ti appartengano solo perché ti identifichi nel branco sociale nel quale se stato inserito. Gli esseri umani non nascono sul pianeta terra, vengono coltivati nella coltura di una società che è il contenitore dei prestatori d’opera, quelli che realizzano di fatto l’economia reale. Le persone sono state convinte che ciò che fanno lo fanno per se stessi, per il loro mantenimento e realizzazione sociale, ma questa apparente scelta è l’illusione posta da chi detiene il potere e chi non ne ha. Unità produttive senza valore umano, ma risorsa di manodopera convinta a svolgere un compito attraverso l’elargizione di uno stipendio.

Il problema oggi è che queste masse stanno diventando inutile e quindi sul piano del sistema economico e, soprattutto produttivo, sono diventate senza alcun valore di scambio. Il problema oggi dell’economia e della politica è cosa farne di tutti queste unità produttive dissuete. Le opzioni attualmente in atto sono solo misure di contenimento di future masse di disoccupati che, lasciate senza controllo, potrebbero diventare un problema di ordine pubblico. Ecco allora che un emergenza dopo l’altra il gregge viene spinto dentro nuovi recinti. L’impatto sociale dello sviluppo tecnologico e dell’innovazione in atto, crea una serie di emergenze di dubbia proveniente atte solo a far accettare il nuovo controllo Sociale.

Ciò che manca alla comprensione generale è la necessità invece di sviluppare una nuova umanità partendo dallo sviluppo armonico della coscienza umana. Serve una RIVOLUZIONE CULTURALE ed ANTROPOLOGICA da affiancare all’attuale rivoluzione industriale; senza un autentico cambiamento di paradigma e mentalità lasceremo sfumare questa nuova opportunità per evolvere, attendendo di fatto che trascorrano ancora altri cicli prima che si riproduca una simile congiuntura di eventi particolari.

Il problema è che di fatto chi conduce il gioco non ha alcun interesse a produrre una tale rivoluzione; pertanto spetta a qualcuno altro, ovvero, spetta ad ognuno di coloro che si è reso conto che c’è qualcosa che non quadra a questo mondo e che sotto, sotto stanno cambiando la struttura della società per adattarla al nuovo modello economico. Ribadisco che si tratta di un cambiamento della società, niente di migliorativo in termini di valori come civiltà, i massimi sistemi si sorreggono sul tornaconto e l’edonismo, lo sfruttamento e la sottomissione, le guerra, i conflitti e tutto quello che riguarda non l’umano, ma la maleducata umanità che compone questa cosa che per ironia della sorte chiamano civile o civiltà. La civiltà con tutti i suoi valori di fatto non sono e non possono, ovviamente dal punto di vista di chi guida l’umanità, essere modificati. Cambiare la società è funzionale proprio ad accomodare le persone, che adesso sono diventate inutili, senza valore, obsolete, dopo secoli di prestazione d’opera a debito.

E’ come nella pellicola del film di the Matrix con il gioco del Déjà-vu. Il déjà-vu è un imperfezione ed accade quando cambiano qualcosa. Adesso alcuni si rendono conto che qualcosa sta cambiando, ma non lo vedono chiaramente, ne sentono solo l’odore, proprio come in un déjà-vu. Questi sono gli unici che al momento possono ambire ad un ulteriore sviluppo di sé ed alla possibilità di realizzare qualcos’altro di diverso, partendo da valori Civili differenti, fatti di domande sulla natura della nostra esistenza e permanenza su questo pianeta. Una rivoluzione culturale che investe solo coloro che possono, purtroppo gli altri sono talmente dipendenti ed assuefatti a questa civiltà che sono pronti non solo a difenderla, ma a discriminare chi la pensa diversamente. Il tempo del pluralismo delle idee è finito, sempre che ci sia mai stato. Chi ragiona al di fuori della Narrazione, dall’ideologia green, dei cambiamenti climatici, dell’emergenza sanitaria, delle pandemia, della vaccinazione, è censurabile, è da mettere a tacere. Proprio come viene spesso detto sulle fake news che sarebbero un pericolo per la nostra democrazia. Il vero pericolo per la democrazia oggi, come ieri, è la democrazia stessa, che sta diventando sempre più democratica. Per chi ha orecchie per intendere, intenda.

Non importa quali siano i dati di riferimento, non deve esserci dibattito, la discussione è chiusa. Come ho già avuto modo di dire: il dibattito sul futuro dell’umanità è concluso, si è tenuto senza interpellarci, essendo tutti noi lavoranti, ovvero essendo la maggior parte di noi, il problema che politica ed economia avevano necessità di dibattere a seguito dell’avvento tecnologico che cancella “il lavoro”. Il dibattito è concluso ed adesso vi beccate l’agenda che deve realizzare il nuovo futuro previsto per voi, non scelto, non acconsentito, ma previsto, inderogabilmente previsto, dato che siamo senza valore. E su questo non si può molto dissentire, le persone hanno in qualche modo abbracciato uno stile di vita che li ha resi prima senza valore, ed adesso persino inutili. A chi non piace è bene che inizi seriamente a pensare non solo come sottrarsi fisicamente da questa mietitrebbia, ma di sottrarre in se stesso tutti quegli elementi, proprio come nella pellicola di matrix, tutti quei buchi che ci tengono agganciati al sistema civiltà e che lo hanno reso una macchina umana da spremere e gettare alla fine del suo ciclo. Voi potete raccontarvi quello che volete, ma l’inutilità e la scarsità del valore umano è sotto gli occhi di tutti, i tutti pronti a competere e scannarsi per un tozzo di pane. Non c’è niente di etico in un manager che liquida un azienda per dare profitti agli investitori, ma alla gente non importa, al massimo grida alla vergogna, ma persevera nella sua codardia.

Serve un lavoro serio di decondizionamento, ma questa è un altra storia. Ci vuole arte e studio per diventare un autentico ribelle, altrimenti si fa il gioco della controinformazione, si prende a cornate il recinto dal quale si presume di essere fuggiti, invece che aprirsi alla prateria. Studiare come cambia la percezione e come gli stati interni, o d’animo o emozioni determinano le circostanze che stiamo vivendo e che presumiamo dipendano esclusivamente dai nostri sensi, da ciò che afferisce ai nostri sensi. Sradicare una dopo l’altra le sfere di memoria, di vissuto irrisolto, che sono alla base dell’interpretazione di ciò che vediamo, odoriamo o tocchiamo, è l’inizio di un lavoro, per farlo serve un qualche tipo di scuola; serve un evaso e un gruppo ben motivato ad evadere. Ed evadere non significa scappare, significa che in me sorge l’imperiosa necessità o istanza di realizzare altro riguardante la mia naturale vocazione come forma di vita senziente e sensata.

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